domenica 8 gennaio 2012

Commento a Giacomo

Giacomo 1:16 Non andate fuori strada, fratelli miei carissimi;
Giacomo 1:17 ogni buon regalo e ogni dono perfetto viene dall'alto e discende dal Padre della luce, nel quale non c'è variazione né ombra di cambiamento.
La brama terrena origina dalla materia, dal basso; la grazia viene da Dio, che è spirito. La materia è sensibile e opaca all’intelletto, alla volontà e all’amore; Dio è pura trasparenza, luce. E questa grazia che fa fiorire la speranza è vita ed è luce, poiché “la luce era la vita degli uomini”. Quindi il Padre della vita è anche il Padre della luce e questa metafisica della vita è anche una metafisica della luce. La brama infine è scostante e si concentra su capricci, la grazia è simile alla sua origine, una ed eterna. Si capisce quindi che la vita a cui aspira questa speranza sarà “senza variazione né ombra di cambiamento”, cioè eterna.
Giacomo 1:18 Di sua volontà egli ci ha generati con una parola di verità, perché noi fossimo come una primizia delle sue creature.
Nel credente la chiamata alla fede è un atto libero di Dio. Questa chiamata alla fede è una chiamata alla verità, perché la fede ha come oggetto specifico la verità.
Giacomo 1:19 Lo sapete, fratelli miei carissimi: sia ognuno pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all'ira.
Ora la virtù della speranza si ottiene rimanendo fedeli a quanto ottenuto con la virtù della fede poiché la seconda è preliminare alla prima. Quindi il dominio di sé è fondamentale a questo scopo, dal momento che controllare le passioni è stato necessario per purificarle dalla malizia.
Giacomo 1:20 Perché l'ira dell'uomo non compie ciò che è giusto davanti a Dio.
Giacomo 1:21 Perciò, deposta ogni impurità e ogni resto di malizia, accogliete con docilità la parola che è stata seminata in voi e che può salvare le vostre anime.
Tra tutte le passioni le più pericolose sono l’ira, che è l’odio violento verso l’esterno e l’impurità, che è l’abuso della sessualità. Queste sono tipiche passioni che nascono dall’incontro con la realtà esterna (e quindi non purificate dalla fede) e viziano l’azione del soggetto. La parola seminata nella fede, dopo aver vinto la durezza del terreno, è nata e ora va accudita. Se nella fede il credente lavorava per scavare in se stesso e fa posto alla parola di Dio, qui al contrario non bisogna farsi violenza ma farla crescere con dolcezza, combattendo piuttosto le minacce che provengono dall’esterno. Per questo motivo Gesù fece penitenza solo fino ai quaranta giorni nel deserto: perché prima mostrava agli uomini come coltivare la fede e poi mostrava come accudire la speranza. Il vino nuovo della parabola è la speranza che sostituisce il vino vecchio della fede. La parola può salvare le nostre anime quando essa genera la fede, allora il cristiano è salvo. Il completamento della speranza porterà ad un grado di santità maggiore, la beatitudine. “Resto di malizia” sono le passioni non ancora purificate.



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