venerdì 13 gennaio 2012

Commento a Giacomo

Giacomo 2:1 Fratelli miei, non mescolate a favoritismi personali la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria.
Qui si delineano meglio gli attributi di questa purezza e di questo aiuto.
La fede riguarda l’esistenza e gli attributi di Dio, la speranza l’azione di Dio tra gli uomini, la provvidenza. La fede, che è causa della speranza, non svanisce al sorgere della speranza stessa poiché la fede è un tipo di causa che sostiene in essere il suo effetto. La fede per generare la speranza non usa forme o materie preesistenti ma solamente l’oggetto suo proprio, Dio e i suoi attributi. La fede attraverso la discrezione –che si basa sulla conoscenza di Dio- è causa della purificazione e questa permette al credente di acquisire i beni spirituali attraverso l’azione, e quindi la pazienza la virtù la speranza. Tutto il processo di purificazione fino all’azione ha come causa formale la conoscenza di Dio. Tolta questa sarebbe tolta la fede, poi la discrezione e di conseguenza si perderebbe la purità e il credente ottunderebbe la sua anima con nuovi peccati. La purezza non è indipendente dalla conoscenza di Dio poiché quest’ultima è di origine soprannaturale. Essa è esterna a tutto ciò che è naturale ed è da esso indipendente. Il naturale è nel soprannaturale come qualcosa di accidentale, esso lo accompagna ma non entra nella sua essenza. Questa separazione tra naturale e soprannaturale fa si che la fede non si basi su entrambi ma solo sulla grazia di una rivelazione. La rivelazione, l’oggetto di fede, è causa formale unica della purezza e quindi della speranza che ne è conseguenza. Da ciò si vede come la purezza di cui parla l’Apostolo è la stessa che si ottiene nella fede e che permane nella speranza.
Giacomo 2:2 Supponiamo che entri in una vostra adunanza qualcuno con un anello d'oro al dito, vestito splendidamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro.
Giacomo 2:3 Se voi guardate a colui che è vestito splendidamente e gli dite: «Tu siediti qui comodamente», e al povero dite: «Tu mettiti in piedi lì», oppure: «Siediti qui ai piedi del mio sgabello»,
Giacomo 2:4 non fate in voi stessi preferenze e non siete giudici dai giudizi perversi?
La fede –è stato detto altrove- porta alla verità e questa al diritto. Figura dell’uomo di fede è il re, perché simbolo del diritto. L’aderenza al diritto produce giustizia; diritto e giustizia sono quindi forma della speranza. L’azione del candidato alla beatitudine deve essere giusta e procedere dal diritto e dalla verità.
Giacomo 2:5 Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri nel mondo per farli ricchi con la fede ed eredi del regno che ha promesso a quelli che lo amano?
La fede comporta il diritto e questo la sovranità perché per obbedire ad una legge è necessario non essere legati a voleri di uomini, dal momento che questi mescolerebbero alla legge i loro arbitrii. L’uomo di fede dunque è obbediente a Dio e alla sua legge in forza del diritto (e non della violenza) e libero di fronte a tutti gli uomini. L’uomo di fede è sovrano e al sovrano si addicono le ricchezze, i beni eterni che vince in virtù dei suoi sforzi e della sua pazienza.

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